L'ora di Religione diventava un ora di dialogo coinvolgente... Il ricordo di Daniele delle lezioni del prof. Nicolò Mannino

Pubblichiamo di seguito una appassionata ed emozionante lettera di Daniele, oggi un uomo valido della Guardia di Finanza, quando ancora era tra i banchi di scuola e del suo incontro con il prof. anti-mafia Nicolò Mannino.

Un incontro VERO, sincero, fatto di dialogo alle volte imbarazzante perché coraggioso di fronte a temi forti come quello della mafia.

"Anno 1993, ITIS A. Volta di Palermo. Frequentavo il 4° anno. Gli anni dei Litfiba, dei Guns & Roses, dell’Aprilia Red Rose, del wolkman, delle prime sigarette “ammogghia e fuma”, ecc. ecc..., (mi vine in mente la canzone di un rapper odierno “ Che ne sanno i 2000”).

Stessi compagni del 3° anno, stessi prof del 3° anno...a parte uno. Il nuovo professore di religione.

Da un professore o una professoressa di religione, un ragazzo di 16/17 anni che si aspetta?

Vabbèèèè!!! La solita zuppa, una mezza suora, un prete o mezzo prete, un frate mancato, le solite lezioni sulla Bibbia e Vangelo. Nulla che non si era già visto o ascoltato. Alla fine era la solita ora in cui, mentre il prof o la prof parlavano, noi potevamo pensare alle femmine, alla partita di calcetto da organizzare, alla musica da ascoltare.

Un’ora di relax insomma.
In classe. Cambio ora. Casino... si aspetta quello di Religione.
In mezzo al casino, entra sparato un ragazzo con i jeans, maglietta colorata, capelli biondi lunghi, borsa a tracolla e l’aria seria.

Com’eri combinato sembravi più un alunno di 5° anno pluribocciato che un professore.
Poggiasti la valigetta sul tavolo e calò il silenzio.

<<Buongiorno a tutti, mi chiamo Nicola Mannino e sono il nuovo professore di religione>>.

In quell’attimo, ognuno di noi alunni credo abbia pensato quello che ho detto prima, la solita menata.
Ma già dalle prime tue parole e dagli argomenti che cominciasti a trattare e dalle domande che facevi, cominciammo a guardarci in viso e pensare che il prof non era “normale”… cioè non era come normalmente ce lo aspettavamo...
Il tempo trascorso con te ci ha dato conferma. L’ora di “religione” era sì rimasta di “relax”, ma si era trasformata in ora di dialogo coinvolgente, inaspettato, a volte imbarazzante.

Trattavi argomenti FORTI ed in maniera diretta e disinvolta. Non parlavi di Bibbia o Vangelo, ma dell’essenza di entrambi . Parlavi di solidarietà, di altruismo, di carità. Parlavi di AMORE.
Nessun professore, o meglio, nessuna persona prima di allora aveva cercato di conoscere e far esprimere i sentimenti nascosti che ognuno mai pensava di esternare, se non ad un amico o ad una persona molto vicina. E tu facevi questo, insegnavi l’amore sentendoti vicino agli altri, e volendo gli altri vicino a te.

Non esisteva il professore, esisteva Nicola.

Una volta assegnasti un compito. Dovevamo rappresentare con un disegno cosa ci aspettavamo dal mondo, cosa volevamo, cosa speravamo per il futuro, qualcosa del genere, non ricordo esattamente.
Io disegnai il volto di due bambini e sotto scrissi: <<se fossimo tutti così...>>.
Lo consegnai a te e tu, guardandolo e leggendo la frase, mi dicesti : << continua la frase>>
Io andai al posto e continuai scrivendo: <<...il mondo sarebbe migliore>>.
A distanza di tempo, ho capito che se realmente tutti fossimo ingenui e smaliziati come i bambini, non solo il mondo sarebbe migliore, ma sarebbe forse il Paradiso.

Mi ha fatto enorme piacere rincontrarti dopo circa vent’anni e scoprire che mantieni ancora viva la voglia di essere vicino agli altri, dimostrare l’amore che hai per il prossimo, di ESSERCI in tutti i sensi, che le difficoltà della vita non hanno scalfito il tuo carisma ed hanno rafforzato il tuo animo spingendoti a crescere sempre più nel sociale, rendendoti la persona rara e speciale che sei.

Un grazie sento di rendertelo per quello che mi hai lasciato nel cuore e per avermi accolto nuovamente nella tua vita. Per quello che fai per i giovani di oggi, perché il tuo operato sui giovani è un investimento d’Amore per il loro futuro e, da genitore quale sono, sento che lo è anche per il futuro dei miei figli.

Un abbraccio forte, Daniele."