La nostra azione antimafia datata 25 anni fa
Palermo 21 aprile - La nostra azione antimafia datata 22 anni fa: questa si chiama storia. «Il tritolo sull’asfalto dell’autostrada Palermo-Capaci è ancora bollente e la rabbia dei siciliani onesti e increduli non tace.
Smarriti, avvolti dall’impotenza e dal dubbio, stravolti e demoliti nell’animo, abbiamo iniziato a pensare che fare, come dire che la mafia non ci appartiene e che prendiamo le distanze dai mandanti ed esecutori? Come gridare al mondo intero che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio? E allora pensieri su pensieri... fino a progettare, con il prof.re Agostino Aquilina, un Bagno simbolico dove invitare tanti giovani liberi, lucidi, forti, determinati e veri, a tuffarsi nelle acque di Mondello per dire ai carnefici di “cosa loro” che noi prendiamo le distanze da ogni azione di violenza? E così per sei giorni il tam-tam nelle scuole, un passa parola ricco di entusiasmo e dove il “ci sto” diventava sempre più certezza.
Passano le ore, si susseguono i giorni e la spiaggia di Mondello si riempie di giovani. Tutti con la maglietta rossa. Al mio fischio ecco l’immersione. Entrano correndo, urlando “No alla mafia” e il tuffo diventa oceanico. In acqua ci si agita, ci si toglie la maglietta rossa per uscire con una bianca o chi può a dorso nudo.
Era venerdì 29 maggio 1992. Quel giorno passa alla storia. Sì la storia di chi l’Antimafia (con la A Maiuscola) ha iniziato a farla prima e dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio. Quell’organizzatore di cui parla il Giornale di Sicilia, tutti schiaffeggiati in prima pagina è lo stesso che adesso scrive questo articolo, insieme all’amico fraterno Agostino Aquilina, per ricordare che già 22 anni fa dicevamo da che parte stavamo e con chi stavamo: con gli onesti, con chi piangeva il proprio figlio poliziotto morto col tritolo dell’odio, con gli ultimi. Maurizio Costanzo ci ha chiamato volendo 50 di noi al Teatro Parioli... poi siamo andati in 5 per una settimana. E poi... Eccoci qua a scrivere e ricordare... a ridare voce e speranza e a uscire da quell’acqua del mare di Mondello con una certezza: continuare. Il Parlamento della Legalità Internazionale ne è risposta concreta e viva e oggi, mentre si processa lo Stato per rapporti più o meno documentati, noi tiriamo fuori dai nostri cassetti quel giornale ingiallito ma sempre pronto a documentare che noi l’antimafia la portiamo nel sangue, nei pensieri, nelle azioni, e se la storia non si inventa, noi oggi siamo in grado di scriverla.
Nella verità e nell’onestà. E’ vero ciò che scrisse Bacone: “La Verità è figlia del tempo... non solo dell’autorità”». (Nicolò Mannino)