Attenzione, i giovani ci credono... e noi con loro
Palermo 24 aprile 2017 - Attenzione, i giovani ci credono... e noi con loro. «Si avvicina la chiusura di un anno scolastico siglato da un XXV Anniversario della strage di Capaci e via D’Amelio dove il tritolo dei carnefici della mafia spezzarono il corpo di Uomini e Donne che non si sono piegati alle logiche diaboliche del compromesso.
In questo mese di maggio e il due giugno, il Parlamento della Legalità Internazionale insedierà altre cinque Ambasciate dopo aver dato “corpo” a quella della Solidarietà a Valmorea in Provincia di Como presso la Comunità Sim-patia, all’Ambasciata della “Giustizia” presso il Provveditorato Regionale delle Carceri della Sicilia, della Musica a Cerda, dell’Armonia a Monreale, della Fratellanza all’Istituto Comprensivo Renato Guttuso di Palermo, a quella del Dialogo a Bagheria.
Adesso ci si prepara a insediare l’Ambasciata della Rinascita presso il Palazzetto dello Sport a Penne (Abruzzo), l’Ambasciata dell’Amore a Verona, l’Ambasciata del Tricolore presso la Base Aeronautica Militare di Birgi (Trapani), l’Ambasciata del Volontariato nel Bergamasco, l’Ambasciata della Legalità a Corleone e l’Ambasciata della Libertà il prossimo due giugno ad Acerra con il Festival della Legalità. Fatti, eventi, “pietre di inciampo” che si istallano per dar vita al “Tempio della Speranza” a quella Casa Comune che Papa Francesco ama segnalare nel mondo.
Mesi e mesi di ascolto, dialoghi, con migliaia di giovani incontrati nelle loro scuole, nelle sale di convegno, nelle palestre, nelle chiese, in tanti luoghi per un confronto ricco di sincerità e di tanto desiderio di un mondo più vero e autentico.
Sono loro, i bambini, gli adolescenti, i giovani, i veri artefici e protagonisti del nostro movimento, del Parlamento della Legalità Internazionale gli stessi che sbuffano quando sono invitati dagli adulti a incontri “antimafia”. Ma loro che ne sanno di compromessi, raccomandazioni, imbrogli, complotti. Loro sono innocenti e sanno dire solo qualche bugia mal pronunciata. Eppure c’è chi li invita ad ascoltare parole di plastica e poi a conferenza finita non sanno neanche chi era il relatore, tranne che non sia un nome noto o un volto televisivo. Ma questo i “grandi” l’hanno compreso. Tante lettere, email, arrivano dopo un confronto e in molti ci chiedono solo “come si fa ad essere felici ?” esiste Dio?, che senso ha amare se poi si viene traditi e abbandonati?, perché sperare in un mondo più vero quando i furbi ti sorpassano in nome di una illegalità travestita di onestà?. I giovani ci pongono tante domande e tu non puoi raccontare chi era pinocchio e come è finita la storia di Cappuccetto Rosso. No, no, a loro va fatta vedere la verità. E per fortuna per la “verità e la giustizia” abbiamo nomi da proporre e storie da raccontare.
Il calendario è pieno: dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Rocco Chinnici, da Pio La Torre, al Beato Pino Puglisi, dallo Statista Aldo Moro a Peppino Impastato, dal piccolo Giuseppe Di Matteo a Don Diana, da Rosario Livatino a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e altri, tanti altri... e qui vorrei indicare tutti quegli uomini e donne che nella ferialità della vita vivono con un solo pezzo di pane, qualche debito, tante lacrime e nessuna raccomandazione.
La vita vera non andrà mai sul palco delle conferenze e non conosce il protocollo degli interventi e neanche i nomi scritti in grassetto. No, la vita è un’altra cosa. Appartiene ai poveri, alla gente semplice che sa solo attendere e pregare, sperare piangere e allargare le braccia alla “volontà di Dio” certi che Lui non abbandona e sa “rovesciare i potenti dai troni e innalzare gli umili, ricolmare di beni gli affamati e rimandare i ricchi a mani vuote”.
Sì, queste sono parole cantate da Maria di Nazareth duemila anni fa, dinnanzi la cugina Elisabetta incinta (anziana e che tutti dicevano essere sterile) mentre le fa visita perché confortata dalle parole dell’Angelo “Nulla è impossibile a Dio”. Se le cose stanno cosi, allora chiediamo a Dio di scuotere il cuore dei “grandi” e mettere pace e conforto nel cuore degli umili, di offrire sogni a dimensione d’uomo e parlare la lingua della pace e della fraternità, di aiutare i bambini e i giovani a credere in presente a colori perché la felicità è un diritto non un desiderio di pochi. E noi in questo ci crediamo».
(Nicolò Mannino)