Per non dimenticare un grande uomo della Polizia di Stato. Il Parlamento della Legalità Internazionale ricorda il Questore Matteo Cinque
Monreale (PA) – Per non dimenticare un grande uomo della Polizia di Stato. Il Parlamento della Legalità Internazionale ricorda il Questore Matteo Cinque. «“Non dimenticherò un grande uomo come Matteo Cinque e oggi più che mai il suo dono, il quadro del volto del Cristo sofferente diventa per noi motivo di riflessione nell’andare e dare voce a tutti i poveri cristi che soffrono l’ingiustizia dell’odio e dell’indifferenza”. Così Nicolò’ Mannino, Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale, ricorda il già Questore di Palermo Matteo Cinque che dopo le stragi del ‘92 ha incoraggiato la nascita del movimento. “Ricordo gli incontri culturali svolti insieme con i giovani di Brancaccio e tutto l’affetto manifestato nel notare l’incisività degli incontri culturali nel dire ai giovani di rifiutare la subcultura della violenza e della mafia spietata.
Dopo la notizia del pentito che lo tirava in ballo su vicende assurde, Matteo Cinque Lascia Palermo. “Io e mamma Emilia Catalano (madre di Agostino Catalano capo scorta del giudice Paolo Borsellino morto nella strage del 19 luglio del 1992), raccogliemmo tante firme per esprimere affetto stima e solidarietà al Questore Matteo Cinque ingiustamente infangato dal pseudo pentito”; – dice Nicolò’ Mannino – io stesso andai a trovarlo a Vico Equense e lì ricevevo da lui un dono che oggi custodisco con grande affetto. Il capezzale che riproduce il volto del Cristo sofferente senza corona di spine pronto a salire sul patibolo della croce. Nicolò Mannino precisa: “Nel consegnarmi questo capezzale Matteo Cinque mi disse, “Nei miei momenti di dolore e di solitudine ho trovato conforto, sollievo e conforto in Gesù Crocifisso, guardavo questo volto e rimanevo in silenzio”. Matteo Cinque conosceva benissimo Nicolò Mannino e proprio per esprimergli tutto il suo affetto gli regala il capezzale “del conforto”. Oggi quel quadro continua a dare conforto e coraggio a chi non piegherà mai né capo né ginocchia agli arroganti che puzzano di compromesso e di odio».
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