Nicolò Mannino e Maurizio Artale insieme per una cultura di riscatto nel nome di padre Pino Puglisi.
Una visita lampo, un incontro tra amici che risale a quel settembre del 1993 quando il prete di Brancaccio incontro’ il suo killer nel giorno del cinquantaseiesimo compleanno.
Nicolò Mannino e Maurizio Artale si sono ritrovati nella “Casa Museo del Beato padre Pino Puglisi” e dopo aver “contemplato” con gli occhi commossi dell’affetto verso il sacerdote ucciso “in odium fidei”, ecco che le due “personalità” schivando telecamere e giornalisti coordinano una serie di iniziative che partono dal cuore e finiscono nel silenzio dell’anima.
Tutto inizia e trova il suo senso nel sorriso e nello zelo del Beato Padre Pino Puglisi, da quella targa che Nicolò Mannino nel marzo del 1994 con i giovani di Brancaccio fisso’ dietro il portone dove Padre Pino cadde vittima del colpo di pistola. “La fede non si nasconde, non si cela, perchè è amore e l’amore si manifesta, si dice e in certi casi si urla con la vita e grazie a tanti giovani, sottolinea Nicolò Mannino, nel marzo del 1994 con i giovani dell’Alessandro Volta abbiamo inciso una targa che Papa Francesco avrà visto e letta. Io stesso scrissi “Il tuo coraggio nelle nostra azioni, la tua semplicità nei nostri occhi, nel Vangelo la nostra certezza e le note della nostra Speranza: a Padre Puglisi, Noi giovani liberi. La Mafia è forte ma DIO E’ ONNIPOTENTE”.
La targa è lì e diventa una carta d’identità di chi spesso ha paura e non ha compreso che la fede si vive e diventa credibile se la si professa ogni momento della propria vita”. E Nicolò Mannino e Maurizio Artale sono due persone forti, coerenti, credibili e che superando tante difficoltà stanno incidendo fortemente nel tessuto sociale con quella solarità e positività che li rende “veri e credibili”.
Nicolò Mannino e Maurizio Artale si stringono la mano dinnanzi il volto sorridente del Beato padre Pino Puglisi, e da lì parte una collaborazione che li vedrà nelle prossime ore presentare delle iniziative che sensibilizzeranno i giovani a dare il meglio di se per debellare la sub cultura dell’odio e cantare l’amore e rispettare sempre piu’ quel luogo bagnato dal sangue di un prete che va ogni giorno amato nello sguardo del Cristo e nel suo Vangelo. E Nicolò Mannino e Maurizio Artale questo lo sanno bene e da qui fanno partire la loro carovana di Speranza che che sà di sacrificio di un sacerdote che con la sua morte e resurrezione ha cantato l’alleluia senza fine.