Il piccolo Giuseppe Di Matteo sarà ricordato domani Martedì 9 maggio 2017 con una manifestazione di carattere nazionale, dall’Arcidiocesi di Monreale in collaborazione con il Parlamento della legalità Internazionale. Una piccola cerimonia si terrà in contrada Giambascio, nel luogo dove i carnefici della mafia lo sciolsero nell’acido, dopo 779 giorni di prigionia, volendo punire con questo terribile gesto il padre diventato collaboratore di giustizia.
Pubblichiamo con immensa gioia il messaggio di solidarietà che è giunto da parte del Sottosegretario di Stato Ministero della Giustizia, l'On. Cosimo Maria Ferri, socio del Parlamento della Legalità Internazionale al presidente, il prof. Nicolò Mannino.
"Carissimo Nicolò,
desidero esprimerle i miei più sentiti e affettuosi ringraziamenti
per l'invito al Raduno Interprovinciale in ricordo del piccolo Giuseppe Di Matteo e di tutti i bambini vittime di violenza, che si terrà il prossimo 9
maggio presso il Giardino della Memoria in provincia di Palermo,
rammaricandomi di non poter intervenire di persona ad un momento di riflessione così
toccante.
Devo dire sono stati pochi i casi di cronaca mafiosa a rimanere
così indelebilmente impressi nella memoria collettiva del Paese quanto l'omicidio
del piccolo Giuseppe Di Matteo. Un omicidio terrificante nella sua
spietatezza che, dopo le stragi di Capaci e Via D'Amelio, ebbe però l'effetto di
aumentare l'orrore verso il fenomeno mafioso. Le verità processuali che emersero in
quegli anni e da quei reati hanno avuto l'indiscutibile merito di fornire
l'esatta contezza del volto disumano della mafia.
Le vittime di mafia e i loro familiari sono lì a ricordarci, ogni giorno,
quanto sia stato tragico il saldo pagato all'impegno della lotta alla
criminalità organizzata. Lo Stato e le istituzioni hanno, pertanto, il dovere
di perpetuare il ricordo di tale esempio. Per questo, ad iniziative come
quella in oggetto non può che andare il mio plauso più convinto.
A tal proposito, con legge 8 marzo 2017 n.20, il Parlamento ha
inteso unanimemente riconoscere il 21 marzo quale Giornata nazionale della
memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime della mafia, riconoscendo nel
giorno di primavera un simbolico momento di riscatto contro l'oscurità, in
nome della verità e della giustizia sociale.
Con l'auspicio di altre iniziative simili di incontro, vi giungano i miei auguri più sinceri.
Cosimo Maria Ferri
Sottosegretario di Stato Ministero della Giustizia
Under Secretary of State
Cosimo Maria FERRI"
Verona, 06.05.2017 – Ha avuto luogo ieri la manifestazione che ha visto l’apertura, per la prima volta in Veneto, di un’Ambasciata del Parlamento della Legalità Internazionale.
Le ambasciate rappresentano sul territorio nel quale vengono installate, il centro operativo e il cuore pulsante delle attività intese a contrastare le mafie e i soprusi di stampo criminale.
Ma in questo caso, oltre che essere il centro operativo di azioni culturali antimafia, sarà anche un centro di amore, un punto dove trovare conforto e speranza. Non a caso quindi, questa nuova Ambasciata inaugurata nel capoluogo veneto verrà battezzata come “Ambasciata dell’Amore”.
Ad accogliere il prof. Mannino, fondatore e presidente del Parlamento della Legalità Internazionale, nell'Istituto comprensivo 10 Verona Borgo Roma Est, il dirigente scolastico, il dott. Domenico Luigi Bongiovanni insieme a centinaia di studenti che hanno accolto con entusiasmo il messaggio proposto durante la "lezione".
Più tardi il prof. Mannino ha proposto a tutti i presenti, autorità e ragazzi, di stabilire l'Ambasciata dell'Amore nel reparto Ospedale di Borgo 30, dove risiede una sezione scolastica di 40 bambini, vittime di leucemia e tumore, che ogni giorno insieme ai docenti e alle famiglie affrontano un'esperienza dolorosa e a volte tragica.
La proposta subito accolta con l'unanimità degli assensi dei presenti e verbalizzata subitaneamente in centinaia di lettere raccolte in cinque buste gialle, che alla fine della manifestazione sono state consegnate a Nicolò Mannino.
Qui, in questo reparto dell'ospedale, il presidente del PdLI vuole fortemente essere presente per combattere il dolore con una cultura di speranza.
Al Circolo Ufficiali dell'Esercito di Verona è stata poi scoperta dai giovani del Parlamento della Legalità Internazionale e Multietnico dell'I.I.S.S. Francesco Ferrara di Palermo la scultura inaugurale, simbolo dell'Ambasciata dell'Amore alla presenza del Sottosegretario di Stato alla Difesa, l'On. Domenico Rossi, che da anni ormai accompagna per mano l'associazione antimafia del prof. Mannino.
Da oggi a Verona, nei luoghi dove questo messaggio di speranza è stato lanciato, qualcosa comincerà pian piano a cambiare. L'obiettivo del Parlamento della Legalità Internazionale è profondamente quello di sostituire al puzzo del compromesso il fresco profumo di libertà.
Verona, 05.05.2017 - Si è svolta oggi a Verona la manifestazione che ha visto l'apertura, per la prima volta in Veneto, di un'Ambasciata del Parlamento della Legalità Internazionale.
Il sindaco di Verona Flavio Tosi consegna al prof. Nicolò Mannino, presidente del Parlamento della Legalità Internazionale, la prestigiosa medaglia della Città di Verona.
Più tardi invece, al circolo ufficiali dell'Esercito di Verona Nicolò Mannino è stato premiato di nuovo dall'On. Domenico Rossi Sottosegretario di Stato alla Difesa che gli ha consegnato la medaglia del sottosegretariato del Ministero della Difesa.
Tutto ciò al momento dell'insediamento dell'Ambasciata dell'Amore che ha visto come primo gesto lo scoprimento di una scultura che sarà donata ad un ospedale di Verona che cura bambini malati di leucemia e cancro.
Le ambasciate rappresentano sul territorio nel quale vengono installate, il centro operativo e il cuore pulsante delle attività intese a contrastare le mafie e i soprusi di stampo criminale.
Questa nuova che è stata "battezzata" oggi nel capoluogo veneto si intitola "Ambasciata dell'Amore".
Sono più di venticinque anni che l'azione antimafia portata avanti dal prof. Mannino, all'inizio affiancato dal giudice Borsellino fino alla sua morte e oltre. Un impegno che giorno dopo giorno continua sempre più veementemente a dar frutto e a far sentire la sua voce in Italia.
Il primo frutto di questa azione è stata la nascita dell'associazione antimafia Parlamento della Legalità Internazionale, che ha visto come suo primo presidente onorario il giudice Caponnetto, con il quale in Sicilia si è partiti a lanciare un messaggio di speranza in anni bui dell'Italia di fine secolo scorso.
Un'Italia che aveva paura del mostro che rapiva i suoi figli, li adescava, li corrompeva e quelli che non sottometteva, li uccideva: "Cosa nostra" (che il prof. Mannino ha cominciato piano piano a chiamare "Cosa loro"). E da questa paura, da questa psicosi di terrore che il "prof. antimafia", come nel tempo è stato appellato dai suoi studenti, ha cominciato a liberarci. E lo ha fatto attraverso un'azione di carattere culturale.
Seguendo l'insegnamento di nonno Nino Caponnetto che diceva che "la mafia ha più paura della scuola che della stessa giustizia", il prof. Mannino si è impegnato per cambiare l'acqua imputridita dal fetore del compromesso e dell'omertà per sfidare il pensiero mafioso anche astraendolo dal fenomeno storico mafioso siciliano.
Negli anni l'effervescenza dell'entusiasmo per un messaggio di speranza e legalità portato dal movimento culturale ha portato in Italia alla nascita di molte "Ambasciate" che diventano protagoniste sul territorio di una cultura all'insegna del riscatto sociale e della volontà di cambiamento.
Da oggi Verona è in casa del Parlamento della Legalità Internazionale così come l'associazione lo è a Verona.
In questo fine settimana il prof. Nicolò Mannino, presidente del Parlamento della legalità internazionale, è stato protagonista insieme a migliaia di ragazzi e delle autorità statali della commemorazione dei due giudici padri dell'antimafia.
Il primo che si è tenuto ieri 28 aprile a Penne (PE) e dal titolo "Senza memoria non c'è futuro" e il secondo che ha avuto luogo oggi 29 aprile a Tito (PZ) dal titolo "Cultura per il futuro".
Ambo gli eventi sono inseriti nel ciclo di conferenze commemorative del 25° anniversario delle stragi di Capaci e via D'Amelio, che videro vittima della mafia i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino insieme agli uomini della loro scorta.
Il prof. Mannino, è stato accolto ieri al Palazzetto dello Sport di Penne, in provincia di Pescara, Abruzzo.
Ad accoglierlo il Sindaco di Penne, dott. Mario Semproni insieme al Sottosegretario si Stato alla Difesa, il Generale On. Domenico Rossi. Ospite d'onore il Presidente onorario del Parlamento della legalità internazionale, l'On. Pietro Grasso, Presidente del Senato.
Insieme al prof. Mannino, il vice presidente del Parlamento della legalità internazionale, Salvatore Sardisco. Ha moderato la conferena la prof. Filomena Iacurto, docente presso l'I.T.C.G. "G. Marconi".
Per l'occasione è stata inaugurata a Penne l'"Ambasciata della Rinascita" accolta con giubilo da una moltitudine di studenti che qui si sono dato appuntamento per ricordare insieme a tutte le autorità presenti in sala la figura di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Presente anche il comandante dei Vigili del Fuoco di Pescara, che ha portato avanti i soccorsi durante le calamità che hanno colpito l'Italia centrale negli scorsi mesi invernali.
E dall' Abruzzo la manifestazione si è spostata al Comune di Tito sul sentiero della legalità con tanti studenti. Una vera festa.
A Tito l'incontro "Giornata della Legalità: Cultura per il futuro" si è tenuto nella Sala Don Domenico Scavone che ha visto partecipi gli alunni dell'Istituto Comprensivo locale.
Sono intervenuti il Preside, dott. Saverio Brienza, segretario regionale del S.A.P.Pe., che insieme al Sindaco di Tito, dott. Graziano Scavone e al Presidente del Consiglio di Istituto e comp. Ass. V. Scuola Tito, dott.ssa Loredana Bruno hanno accolto i relatori della giornata. Il prof. Nicolò Mannino insieme a Salvatore Sardisco, il dott. Giuseppe Masciari, ex imprenditore e Testimone di Giustizia e socio fondatore dell'Ass. "Legalità Organizzata" insieme al Consigliere Regionale Aurelio Pace.
Conclude la manifestazione la dott.ssa Federica Chiavaroli, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia.
Palermo 26.04.2017 - Si sono incontrati oggi due grandi personaggi della storia dell'antimafia italiana.
Da una parte il prof. Nicolò Mannino, Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale e impegnato nella lotta alle mafie dal 1985 nelle scuole della Sicilia e di tutta Italia.
Dall'altra, il neo insediato Questore di Palermo, il dott. Renato Cortese. Alto, capelli ricci e barba brizzolata, sigaro toscano perennemente in bocca, per colleghi e amici è, semplicemente, il “cacciatore”. E' lui che ha il merito di aver portato a compimento l'indagine che ha visto la cattura di “Zu’ Binu” Provenzano e del boss Strangio, ma anche di padrini del calibro di Pietro Aglieri, Giovanni Brusca, Pietro Vernengo.
Al questore è stato presentato il progetto culturale del movimento antimafia in vista dell'insediamento a Monreale della sede di presidenza e che si terrà il prossimo 22 maggio. Già in diverse occasioni il Questore Cortese aveva avuto modo di conoscere istituzionalmente il Parlamento della Legalità Internazionale, dal quale gli erano pervenute numerose lettere di stima e ringraziamento da parte di molti giovani aderenti al movimento antimafia.
«Sono al vostro fianco, - ha dichiarato Cortese al prof. Mannino - la Polizia di Stato vi è vicina! Il mio motto è “Va’ dove ti porta l’indagine”. Non il cuore. Non faccio teoremi, né salti in avanti. Bisogna restare sempre con i piedi per terra e cercare di capire il perché delle cose». Questo è lo spiazzante pragmatismo del Questore di Palermo scevro di sofismi e che va dritto all'azione sociale.
E infatti, oltre alla univocità e chiarezza di capacità dialettiche, il dott. Renato Cortese è anche un uomo professionalmente eccellente e a cui lo Stato Italiano deve molto. Ha messo a punto un metodo di lavoro basato sullo studio delle famiglie e sulla ricostruzione delle reti amicali dei ricercati, sulle intercettazioni mirate, i pedinamenti e l’uso di microfoni e microcamere wireless sui luoghi sospetti.
Dopo la laurea in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma e una carriera in Polizia sempre in prima linea, prima di dirigere la Squadra mobile di Reggio Calabria, è passato per il Servizio centrale operativo e ha guidato la sezione catturandi della Mobile di Palermo. In Sicilia, coi suoi uomini, ha scovato ricercati del calibro di Gaspare Spatuzza, Enzo e Giovanni Brusca, Pietro Aglieri, Benedetto Spera e Salvatore Grigoli. Ma la preda più ambita del suo “carniere” resta il padrino di cosa nostra Bernardo Provenzano, catturato a Corleone l’11 aprile 2006, dopo 43 anni di latitanza. “Quando lui sparì dalla circolazione, io non ero ancora nato”, raccontò Cortese dopo il blitz, giunto al termine di 42 giorni e notti d’appostamenti e otto anni di indagini massacranti.
Insomma un uomo ricco d'esperienza e di passione, sempre al servizio dello Stato e che mai si è tirato indietro dal fare il proprio dovere.
Un altra tessera preziosa che il prof. Nicolò Mannino ripone nel colorato mosaico del Parlamento della Legalità Internazionale e che insieme alla Polizia di Stato si dimostra solidale di finalità ed intenti con il cammino culturale dell'associazione antimafia.
Palermo 24 aprile 2017 - Attenzione, i giovani ci credono... e noi con loro. «Si avvicina la chiusura di un anno scolastico siglato da un XXV Anniversario della strage di Capaci e via D’Amelio dove il tritolo dei carnefici della mafia spezzarono il corpo di Uomini e Donne che non si sono piegati alle logiche diaboliche del compromesso.
In questo mese di maggio e il due giugno, il Parlamento della Legalità Internazionale insedierà altre cinque Ambasciate dopo aver dato “corpo” a quella della Solidarietà a Valmorea in Provincia di Como presso la Comunità Sim-patia, all’Ambasciata della “Giustizia” presso il Provveditorato Regionale delle Carceri della Sicilia, della Musica a Cerda, dell’Armonia a Monreale, della Fratellanza all’Istituto Comprensivo Renato Guttuso di Palermo, a quella del Dialogo a Bagheria.
Adesso ci si prepara a insediare l’Ambasciata della Rinascita presso il Palazzetto dello Sport a Penne (Abruzzo), l’Ambasciata dell’Amore a Verona, l’Ambasciata del Tricolore presso la Base Aeronautica Militare di Birgi (Trapani), l’Ambasciata del Volontariato nel Bergamasco, l’Ambasciata della Legalità a Corleone e l’Ambasciata della Libertà il prossimo due giugno ad Acerra con il Festival della Legalità. Fatti, eventi, “pietre di inciampo” che si istallano per dar vita al “Tempio della Speranza” a quella Casa Comune che Papa Francesco ama segnalare nel mondo.
Mesi e mesi di ascolto, dialoghi, con migliaia di giovani incontrati nelle loro scuole, nelle sale di convegno, nelle palestre, nelle chiese, in tanti luoghi per un confronto ricco di sincerità e di tanto desiderio di un mondo più vero e autentico.
Sono loro, i bambini, gli adolescenti, i giovani, i veri artefici e protagonisti del nostro movimento, del Parlamento della Legalità Internazionale gli stessi che sbuffano quando sono invitati dagli adulti a incontri “antimafia”. Ma loro che ne sanno di compromessi, raccomandazioni, imbrogli, complotti. Loro sono innocenti e sanno dire solo qualche bugia mal pronunciata. Eppure c’è chi li invita ad ascoltare parole di plastica e poi a conferenza finita non sanno neanche chi era il relatore, tranne che non sia un nome noto o un volto televisivo. Ma questo i “grandi” l’hanno compreso. Tante lettere, email, arrivano dopo un confronto e in molti ci chiedono solo “come si fa ad essere felici ?” esiste Dio?, che senso ha amare se poi si viene traditi e abbandonati?, perché sperare in un mondo più vero quando i furbi ti sorpassano in nome di una illegalità travestita di onestà?. I giovani ci pongono tante domande e tu non puoi raccontare chi era pinocchio e come è finita la storia di Cappuccetto Rosso. No, no, a loro va fatta vedere la verità. E per fortuna per la “verità e la giustizia” abbiamo nomi da proporre e storie da raccontare.
Il calendario è pieno: dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Rocco Chinnici, da Pio La Torre, al Beato Pino Puglisi, dallo Statista Aldo Moro a Peppino Impastato, dal piccolo Giuseppe Di Matteo a Don Diana, da Rosario Livatino a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e altri, tanti altri... e qui vorrei indicare tutti quegli uomini e donne che nella ferialità della vita vivono con un solo pezzo di pane, qualche debito, tante lacrime e nessuna raccomandazione.
La vita vera non andrà mai sul palco delle conferenze e non conosce il protocollo degli interventi e neanche i nomi scritti in grassetto. No, la vita è un’altra cosa. Appartiene ai poveri, alla gente semplice che sa solo attendere e pregare, sperare piangere e allargare le braccia alla “volontà di Dio” certi che Lui non abbandona e sa “rovesciare i potenti dai troni e innalzare gli umili, ricolmare di beni gli affamati e rimandare i ricchi a mani vuote”.
Sì, queste sono parole cantate da Maria di Nazareth duemila anni fa, dinnanzi la cugina Elisabetta incinta (anziana e che tutti dicevano essere sterile) mentre le fa visita perché confortata dalle parole dell’Angelo “Nulla è impossibile a Dio”. Se le cose stanno cosi, allora chiediamo a Dio di scuotere il cuore dei “grandi” e mettere pace e conforto nel cuore degli umili, di offrire sogni a dimensione d’uomo e parlare la lingua della pace e della fraternità, di aiutare i bambini e i giovani a credere in presente a colori perché la felicità è un diritto non un desiderio di pochi. E noi in questo ci crediamo».
Palermo 21 aprile - La nostra azione antimafia datata 22 anni fa: questa si chiama storia. «Il tritolo sull’asfalto dell’autostrada Palermo-Capaci è ancora bollente e la rabbia dei siciliani onesti e increduli non tace.
Smarriti, avvolti dall’impotenza e dal dubbio, stravolti e demoliti nell’animo, abbiamo iniziato a pensare che fare, come dire che la mafia non ci appartiene e che prendiamo le distanze dai mandanti ed esecutori? Come gridare al mondo intero che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio? E allora pensieri su pensieri... fino a progettare, con il prof.re Agostino Aquilina, un Bagno simbolico dove invitare tanti giovani liberi, lucidi, forti, determinati e veri, a tuffarsi nelle acque di Mondello per dire ai carnefici di “cosa loro” che noi prendiamo le distanze da ogni azione di violenza? E così per sei giorni il tam-tam nelle scuole, un passa parola ricco di entusiasmo e dove il “ci sto” diventava sempre più certezza.
Passano le ore, si susseguono i giorni e la spiaggia di Mondello si riempie di giovani. Tutti con la maglietta rossa. Al mio fischio ecco l’immersione. Entrano correndo, urlando “No alla mafia” e il tuffo diventa oceanico. In acqua ci si agita, ci si toglie la maglietta rossa per uscire con una bianca o chi può a dorso nudo.
Era venerdì 29 maggio 1992. Quel giorno passa alla storia. Sì la storia di chi l’Antimafia (con la A Maiuscola) ha iniziato a farla prima e dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio. Quell’organizzatore di cui parla il Giornale di Sicilia, tutti schiaffeggiati in prima pagina è lo stesso che adesso scrive questo articolo, insieme all’amico fraterno Agostino Aquilina, per ricordare che già 22 anni fa dicevamo da che parte stavamo e con chi stavamo: con gli onesti, con chi piangeva il proprio figlio poliziotto morto col tritolo dell’odio, con gli ultimi. Maurizio Costanzo ci ha chiamato volendo 50 di noi al Teatro Parioli... poi siamo andati in 5 per una settimana. E poi... Eccoci qua a scrivere e ricordare... a ridare voce e speranza e a uscire da quell’acqua del mare di Mondello con una certezza: continuare. Il Parlamento della Legalità Internazionale ne è risposta concreta e viva e oggi, mentre si processa lo Stato per rapporti più o meno documentati, noi tiriamo fuori dai nostri cassetti quel giornale ingiallito ma sempre pronto a documentare che noi l’antimafia la portiamo nel sangue, nei pensieri, nelle azioni, e se la storia non si inventa, noi oggi siamo in grado di scriverla.
Nella verità e nell’onestà. E’ vero ciò che scrisse Bacone: “La Verità è figlia del tempo... non solo dell’autorità”». (Nicolò Mannino)
Pubblichiamo la lettera di Maria Della Rovere, studentessa dell’I.T.C.G. “G. Marconi”, indirizzata al Prof. Nicolò Mannino, Presidente del “Parlamento della Legalità Internazionale”.
«Carissimo Professore, sono Maria Della Rovere, una studentessa dell’ITCG “G. MARCONI” di Penne, in provincia di Pescara. Con la mia classe, sono venuta il 21 marzo a Roma presso la “Casa dell’Aviatore” per celebrare la Giornata Nazionale sulla Legalità.
E’ stato un incontro davvero importante che ha suscitato in me molto interesse e curiosità; in particolare le figure dei due giudici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le loro morti, avvenute a due mesi di distanza per opera della mafia. Mi ha inoltre colpito il modo in cui lei si è presentato e posto a noi diciottenni, e, il linguaggio che ha utilizzato per spiegare come i due giudici hanno avuto una parte incisiva nella storia italiana di quegli anni.
Per questo, tornata a casa, ho voluto fare delle ricerche su Falcone e Borsellino. Una sua frase che mi ha colpito molto, professor Mannino, è stata la seguente: “Possono protendere per regalare all’oggi, un domani a colori”. Nel pomeriggio la visita è proseguita presso l’Istitutum Augustinianum per riflettere sul tema “Il Linguaggio della Pace e della Giustizia nel Kerygma della speranza”.
In quell'incontro ho capito il significato di parole di rilevante importanza, come ad esempio “Non ci sarà mai notte così lunga da impedire al sole di sorgere”, di Jim Morrison, oppure, “Nella vita incontrerai tante maschere e pochi volti” di Luigi Pirandello. Il messaggio che mi ha trasmesso questo incontro è che nella vita ci vuole Pace e Giustizia.
La visita si è conclusa con l'impegno da parte sua ad essere ospite nella nostra Penne il prossimo 28 aprile in occasione del 25° anniversario della morte cruenta, barbara e vigliacca di Falcone e Borsellino. Essi sono morti senza piegarsi all’illegalità e ne sono diventati un esempio. Mi auguro davvero che le generazioni future possano conoscere e ricordare, anche attraverso incontri, conferenze, testimonianze....., l’impegno e l'elevata moralità di questi due grandi uomini, esempio ed orgoglio dell’Italia e della Sicilia. L’aspettiamo a Penne per vivere una giornata indimenticabile!!! La saluto distintamente».
Da Palermo, i ragazzi guidati dal prof. Mannino sono giunti nella provincia di Agrigento, dove già san Giovanni Paolo II lanciò il famoso anatema contro la mafia.
Una festa all'insegna della legalità e cittadinanza attiva.
Tanti applausi agli alunni dell'I.I.S.S. F.Ferrara di Palermo e al Parlamento della Legalità Internazionale e multietnico. Il palcoscenico di riempie dei volti di ragazzi di tutto il mondo.
"La scuola - dice il prof. Mannino - amante della legalità intesa come gratitudine e amore alla vita, legalità che valorizza i talenti degli studenti e delle studentesse che desiderano non riempire i registri di classe bensì il pianeta mondo dove i sogni e le aspettative dei bambini, degli adolescenti e dei giovani devono avere la priorità su ogni programmazione che rischia (se non convince e non ha accanto gli studenti come protagonisti) di rimanere “carta congelata” se non riscaldata dalla passione giovanile."
Poi cellulari accesi e si canta alla VITA in segno di accoglienza e dialogo in un clima di stima e di riconoscenza per il servizio che si svolge a favore della Democrazia e della nostra Costituzione.
Sul palco il prof. Nicolò Mannino propone un progetto culturale a colori mentre il prof. Pino Muscarnera fotografa e coordina il gruppo apprezzato e ancora applaudito. Un lavoro culturale fatto con passione, amore, zelo e impegno.
Il Movimento culurale del Parlamento della Legalità Internazionale è apartitico interconfessionale e interreligioso che affonda le sue radici in un Credo fortemente “cristiano” forte dello studio su don Tonino Bello che nel suo motto episcopale riassume ciò il Parlamento della Legalità Internazionale desidera vivere con gioia ed entusiasmo: “Ascoltino gli umili e si rallegrino”.
Al posto di “umili” si chiede di leggere “giovani, studenti, bambini, gente semplice, vera amante del volto e non della maschera”, un messaggio di bellezza e di riscatto che cresce e parte dai banchi di scuola. E’ proprio la scuola “palestra di vita” che apre le porte al movimento fondato da Nicolò Mannino e Salvo Sardisco.
I giovani studenti del Parlamento della Legalità Internazionale e Multietnico, coordinato e guidato da Nicolò Mannino, hanno incontrato lo scorso venerdì, nella Sala Lavitrano l’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice per riflettere sul tema “Nella tua Parola, getteremo le reti”.
“Il vostro è un meraviglioso cammino. Vedo – ha sottolineato sue eminenza reverendissima – nel Parlamento della Legalità Internazionale e Multietnico tanti colori, una ricchezza immensa di colori in un mondo grigio! Voi avete un volto che riflette qualcosa di grande. La diversità, anche religiosa, sia per voi ricchezza da offrire a tutti perché, il vostro dono vada ad abbellire il mondo. Questa ricchezza, che parte dal culto, è espressione di affettuosità che arriva diretta al cuore di Dio!”
“Il termine Dio è legato proprio alla Pace alla Legalità, e non alla violenza. Ogni uomo va accolto così com’è. Diversità – ripete poi Mons Lorefice – non è povertà bensì ricchezza. Quindi NO alle guerre che strumentalizzano il nome di Dio! Siate e continuate ad essere, voi del Parlamento della Legalità Internazionale, “ambasciatori” dell’evangelo. Cioè della Bella Notizia. Vi dico solo, abbiate fortezza. Il male di ogni uomo è ripiegarsi su se stesso.”
Sono centinaia le lettere che in questi giorni arrivano da tutta Italia e che mostrano affetto e gratitudine nei confronti del Parlamento della Legalità Internazionale e soprattutto nella persona particolare del suo presidente, il prof. Nicolò Mannino.
Abbiamo deciso di pubblicare questa lettere arrivata l'altro giorno, proprio perché testimonia come l'impegno profuso nelle azione concrete abbia potuto dare la forza ad un ragazzo di "farcela" e realizzare il suo sogno, all'inizio irrealizzabile.
E' una lettera che ci ha commossi tutti profondamente, e che ci aiuta a capire come alle volte un abbraccio e tanta solidarietà è più forte di mille parole.
"Carissimo prof. Nicolò Mannino dopo tanti anni sento ancora tuonanti le sue parole, il suo affetto e quello spirito di legalità che tanto profuma di libertà.
Ricordo le sue parole di conforto quando di mio pugno decisi che in qualche modo dovevo scriverle e coprire quelle lacrime, che tanto pesavano, con delle parole perché anche se non hanno un peso servono comunque a cicatrizzare le ferite.
Oggi ho trasformato quelle parole in spade e da vero guerriero ho lottato per inseguire i miei sogni e alla fine ho vinto io. Ho vinto io contro quella paura di non poter fare nulla per cambiare i pregiudizi, di dover sempre dimostrare qualcosa in più!
Ricorda? Le dissi che volevo servire lo Stato e dimostrare che anche se vieni da una famiglia "difficile", anche se hai dei fratelli con precedenti penali non bisogna mai smettere di credere in quei valori di onestà, rispetto delle leggi e onore verso la Patria.
La paura di essere giudicato mi stringeva il cuore, ma a darmi forza c'erano le sue parole e il suo coraggio nel pronunciarle. Quella spada con incise le sue parole io l'ho usata bene e oggi sono un maresciallo comandante di uomini e donne dell'esercito italiano, verso cui lo Stato ha riposto la sua assoluta fiducia.
Con impegno e dedizione ogni giorno cerco di trasmettere i miei e i suoi ideali, sacrificando tutto me stesso onorando il giuramento che ho prestato. Mi emoziono solo a descriverle il brivido che provo ogni volta che la bandiera sventola libera in cielo con il sottofondo dell'inno di Mameli. Credo che quella bandiera accomuni tutti noi che ogni giorno ci impegniamo per rendere questo paese un posto migliore, dove poter respirare aria di libertà.
Caro prof. Io sono in debito con lei, perché se oggi posso sorridere senza dovermi preoccupare del fardello dei pregiudizi è grazie a quello che fa per molti giovani siciliani e non solo. Lei rappresenta la parte più sana di questo paese. Con il suo costante impegno potrà dare vita a tanti Francesco e regalare una speranza ad ogni ragazzo, perché le parole hanno un potere straordinario se pronunciate da persone straordinarie come lei!